Una riflessione sulla diffusione degli assistenti vocali a confronto con la diffusione dei chatbot. Ecco come ci sembra il presente e qual è il futuro per le tecnologie vocali conversazionali.
Recentemente Google dopo il lancio di Google Duplex, ha riscosso molto successo per la sua capacità di portare a termine task che fino ad ora erano impensabili per un assistente virtuale come prenotare un appuntamento dal parrucchiere, con un tono praticamente identico ad un normale assistente personale (e passateci la parola) umano.
Gli intervistati successivamente, hanno dovuto lasciare le proprie impressioni ed uno degli aspetti che più li ha infastiditi sono state le piccole inflessioni umane di Google Duplex come “mmmm-hmmm” incorporate nella conversazione, soprattutto perché non permettevano di capire se si parlava con un robot o con un persona.
Questa singolare protesta ci fa capire che probabilmente le persone non sono consapevoli di quanto spesso hanno a che fare con un bot.
L’applicazione degli assistenti vocali ai servizi di messaggistica
Oggi, oltre un miliardo di persone utilizza i servizi di messaggistica per comunicare con altre persone ma anche per interagire con le aziende. Questo panorama crea un terreno fertile per lo sviluppo e la progressiva evoluzione dei chatbot e degli assistenti vocali nei più svariati campi.
Infatti, secondo una ricerca di Juniper, il 47% dei consumatori è aperto all’acquisto di articoli tramite un chatbot perché possono usufruire di un servizio disponibile 24 su 24 (il 64%) e per le risposte a domande semplici (il 55%). Sempre secondo la stessa ricerca, i chatbot consentiranno alle aziende di risparmiare oltre 8 miliardi di dollari all’anno entro il 2022.
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Gli assistenti vocali non sono molto indietro. I 6,5 milioni di Amazon Echo e Google Home venduti in Europa nel 2018 sono un’altra conferma dei numeri di un’indagine di Hubspot: il 74% dei consumatori afferma di aver effettuato una ricerca vocale nel mese precedente e l’utilizzo quotidiano è aumentato del 27% rispetto all’anno scorso. Un’altra indagine condotta da Google ha rivelato che il 72% dei proprietari di assistenti vocali (non solo Google) hanno riferito di utilizzarlo come parte della propria pianificazione giornaliera. Il sondaggio ha inoltre svelato che fino al 52% di questi consumatori desidera ricevere informazioni su nuovi marchi e prodotti tramite il proprio assistente virtuale.
All’interno dell’azienda, questi strumenti semplificano i processi di lavoro. Accedendo ai report, analizzando i dati e mantenendo aggiornati i sistemi cruciali, grazie all’integrazione con l’AI, le attività quotidiane sono costantemente monitorate. Gli assistenti vocali si assumono la responsabilità di ricordare date importanti e scadenze, riducendo i costi di gestione e lasciando più tempo al lavoratore di dedicarsi ad altre attività. Qui abbiamo descritto meglio tutti i vantaggi dell’utilizzo del chatbot all’interno dell’azienda.
Negli affari, nella vita di tutti i giorni, i chatbot e gli assistenti vocali stanno prendendo il sopravvento sulle nostre vite.
Le aziende devono essere consapevoli del nuovo panorama in cui si muove la customer journey ed essere pronte a rispondere secondo le aspettative.